Foto d’autore e dittici fotografici
Il ritratto è da secoli un’interpretazione di un volto, la descrizione soggettiva di una persona nella sua interezza. Oltre a essere un indispensabile strumento comunicativo, il ritratto può essere il mezzo ideale per dare inizio a una ricerca estetica attraverso la foto d’autore.
La capacità del fotografo esperto e la vera bellezza del progetto stanno nel mostrare il soggetto anche al di là del proprio aspetto fisico e di ciò che nascondono le apparenze. È necessario cercare di andare a fondo e scovare la straordinarietà del singolo individuo, valorizzando la persona nella sua totalità, raccontando la sua storia e lasciando una traccia unica, capace di emozionare.
Per realizzare il progetto Maniscalchi, ho dato vita a otto dittici fotografici, entrando in contatto con un’attività molto antica e tentando di catturare con le mie fotografie i lavoratori-artisti protagonisti di questo mondo, un mestiere ma anche una vera e propria forma d’arte.
I maniscalchi rappresentano infatti un’antica professione, qui raccontata attraverso la foto d’autore. L’alternanza di mani e figure rende la narrazione dinamica. I colori tenui, la scelta di utilizzare un’unica fonte di luce e uno sfondo reale trasportano lo spettatore all’interno di una scuderia, quasi a sentire i martelli che battono sugli zoccoli, le incudini che forgiano i ferri, lo sforzo fisico del creare. Chi guarda ogni immagine si trova immerso in un racconto, diventa parte di un processo.
Tutto parte da un’idea estetica iniziale, che si concretizza trasformandosi in realtà nelle opere, mediante questa dualità. In ogni dittico fotografico, accanto al ritratto del maniscalco, vi è infatti il dettaglio sugli strumenti e sulle mani dell’uomo in azione.
La capacità del fotografo esperto e la vera bellezza del progetto stanno nel mostrare il soggetto anche al di là del proprio aspetto fisico e di ciò che nascondono le apparenze. È necessario cercare di andare a fondo e scovare la straordinarietà del singolo individuo, valorizzando la persona nella sua totalità, raccontando la sua storia e lasciando una traccia unica, capace di emozionare.
Per realizzare il progetto Maniscalchi, ho dato vita a otto dittici fotografici, entrando in contatto con un’attività molto antica e tentando di catturare con le mie fotografie i lavoratori-artisti protagonisti di questo mondo, un mestiere ma anche una vera e propria forma d’arte.
I maniscalchi rappresentano infatti un’antica professione, qui raccontata attraverso la foto d’autore. L’alternanza di mani e figure rende la narrazione dinamica. I colori tenui, la scelta di utilizzare un’unica fonte di luce e uno sfondo reale trasportano lo spettatore all’interno di una scuderia, quasi a sentire i martelli che battono sugli zoccoli, le incudini che forgiano i ferri, lo sforzo fisico del creare. Chi guarda ogni immagine si trova immerso in un racconto, diventa parte di un processo.
Tutto parte da un’idea estetica iniziale, che si concretizza trasformandosi in realtà nelle opere, mediante questa dualità. In ogni dittico fotografico, accanto al ritratto del maniscalco, vi è infatti il dettaglio sugli strumenti e sulle mani dell’uomo in azione.
Il dittico e il trittico fotografico rappresentano un ottimo strumento per avviare delle narrazioni attraverso le immagini. Per mezzo di svariate tecniche, come un collage di due o tre foto, possiamo raccontare una storia, dare forma a delle idee, mettere in armonia o in contrasto pezzi di
vita e di pensiero.
Maniscalchi è un mio progetto personale, caratterizzato da semplicità, spontaneità e curiosità, per documentare, condividere e rendere omaggio a questi artigiani che svolgono ogni giorno con amore il proprio lavoro.
vita e di pensiero.
Maniscalchi è un mio progetto personale, caratterizzato da semplicità, spontaneità e curiosità, per documentare, condividere e rendere omaggio a questi artigiani che svolgono ogni giorno con amore il proprio lavoro.
